Come supportare la crescita della cooperazione di lavoro in provincia di Bergamo

30 Aprile 2021

La ricerca di Euricse presentata durante il webinar di Confcooperative Bergamo e Coesi

di Luca De Pascale

Giovedì 29 aprile si è tenuto il webinar “La piramide rovesciata, l’età del lavoro” organizzato da Confcooperative Bergamo e dal Centro servizi aziendali Coesi: durante l’evento la ricercatrice Euricse Chiara Carini ha presentato i risultati della ricerca sul mondo della cooperazione di lavoro in provincia di Bergamo.  

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Giuseppe Guerini, presidente di Confcooperative Bergamo, ha aperto l’evento facendo riferimento al titolo del webinar: “La piramide è rovesciata perché la parte più importante è quella esposta verso il pubblico”, considerato anche che “la piramide demografica ormai rappresenta un albero e questo ci porta ad interrogarci sul presente”. 

La ricerca “La cooperazione di lavoro e di inserimento lavorativo in provincia di Bergamo, curata da Chiara Carini, si è focalizzata su due settori della cooperazione bergamasca: l’approfondimento delle cooperative di lavoro e lo studio delle cooperative di inserimento lavorativo. Lo studio è basato su un approccio quantitativo con l’integrazione di elementi qualitativi: sono stati raccolti dati economico-finanziari con interviste semi-strutturate a quattro realtà cooperative del territorio, per approfondire le strategie aziendali messe in atto per il rafforzamento imprenditoriale.

Il 23% delle realtà analizzate opera nel settore dei trasporti, percentuale che sale al 33,5% se si considerano solo le cooperative di produzione e lavoro e al 29,6% se si guarda alle sole associate a Confcooperative. Per quanto riguarda le dimensioni, sia delle cooperative di lavoro sia delle cooperative di inserimento lavorativo, l’80% sono piccole, con un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro. Tuttavia, chiarisce Carini, “ciò non vuol dire che sul territorio non vi siano alcune grosse realtà, dei key player, leader nei propri settori avendo una dimensione maggiore delle altre cooperative numericamente più ridotte”. 

Il capitale umano impiegato nelle cooperative di produzione e lavoro bergamasche nel 2017 è stato all’incirca di 15 mila lavoratori, prevalentemente di sesso maschile (71,9%), con un’età compresa tra i 30 e i 54 anni (65,8%). I consigli di amministrazione delle cooperative, sia di produzione che di inserimento lavorativo, si caratterizzano per un’età medio-alta dei consiglieri (49,8 anni per le prime e 53,4 anni per le seconde) e dei loro presidenti (rispettivamente 52,5 anni per le prime e 56,2 per le seconde).  

Mediante l’analisi dei dati delle 257 cooperative e della letteratura esistente sulle conseguenze del Covid-19 sull’attività delle cooperative, sono stati individuati tre temi centrali per la definizione di azioni e strategie che possano essere di supporto alla crescita delle cooperative: crescita dimensionale, nuovi mercati e digitalizzazione.
Essendo le cooperative analizzate più piccole rispetto ai propri competitor, sia in termini di valore della produzione generato sia di capitalizzazione, è necessario riflettere su quali possano essere gli strumenti e i canali – finanziari e/o collaborativi – che possano supportare la loro crescita. 
Inoltre, le cooperative analizzate operano in settori tradizionali. Sorge quindi spontaneo chiedersi come orientare le cooperative ad una conversione verso nuovi settori ad alta qualificazione ed elevata produttività.

Infine, la competizione con imprese non cooperative e la pandemia legata alla diffusione del virus Covid-19 riportano sotto i riflettori due temi che, negli ultimi anni, sono stati al centro del dibattito industriale: industria 4.0 e digitalizzazione dei processi e delle attività. “Il Covid ha fatto riemergere il tema della digitalizzazione dei processi e delle attività all’interno delle organizzazioni”, ha concluso Chiara Carini. “Abbiamo avuto conferma dei dati osservati: è emersa la solidità delle cooperative dal punto di vista economico, finanziario e della produzione. La pandemia non ha impattato sui risultati delle commesse”.

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