Imprese di comunità, in uscita il libro per il Mulino

24 Dicembre 2018

Innovazione istituzionale, partecipazione e sviluppo locale: dalla ricerca al volume

 

Alternativa sia all’impresa capitalistica sia all’impresa pubblica e alla pubblica amministrazione, l’impresa di comunità poggia su due pilastri: la partecipazione della società civile alla produzione e alla gestione di beni e servizi; il perseguimento dell’interesse generale per una determinata comunità locale. In Italia queste nuove imprese svolgono un ruolo importante, perché contribuiscono alla rivitalizzazione di aree rurali a rischio spopolamento, nonché al recupero di aree urbane degradate oppure segnate da fenomeni di marginalità sociale. Come funzionano le imprese di comunità e quali sono i loro tratti fondanti? A partire da un’analisi empirica condotta da Euricse,  il volume Imprese di comunità. Innovazione istituzionale, partecipazione e sviluppo locale (il Mulino) ne illustra le principali caratteristiche – governance, forme giuridiche, aspetti finanziari, rapporti con gli enti pubblici locali – e ne analizza l’efficacia come strumento di sviluppo locale.

L’uscita nelle librerie di tutto il Paese è prevista per fine gennaio. Il libro, curato da Jacopo Sforzi, ricercatore di Euricse, e Pier Angelo Mori, docente all’Università degli studi di Firenze e senior fellow di Euricse, ripercorre fondamenta e prospettive in divenire di un fenomeno, quello delle imprese di comunità e della loro forma organizzativa innovativa, che ha antecedenti lontani ma sviluppo recente.

Il libro si sviluppa ricostruendo storia e quadro d’insieme, per poi interrogarsi sugli scenari che oggi si mostrano. A spiegarlo sono i due curatori nell’introduzione: “Una prima pressante esigenza che emerge è l’acquisizione di maggiori e più fondate conoscenze su un fenomeno che, come detto, è in forte evoluzione e, quindi, costituisce un bersaglio mobile, difficile da centrare – premettono – Cos’è esattamente oggi l’impresa di comunità? Perché sorge? In quali forme concrete si manifesta? Sono queste le prime basilari domande a cui il libro cerca di rispondere”. È importante, rimarcano ancora gli autori, “anche il modo in cui le domande vengono affrontate, il quale deve ovviamente essere funzionale al tipo di lettore al quale ci si rivolge”. Il libro, del resto, non nasce con intenti esclusivamente accademici. “Il suo obiettivo è quello di contribuire a chiudere il gap tra il rinnovato interesse per l’impresa di comunità e le ancora limitate conoscenze circa le sue potenzialità. È del tutto evidente, infatti, come, pur in presenza di una disposizione favorevole del pubblico e di una crescente domanda di istituzioni di questo genere, la mancanza di nozioni e strumenti possa frenare fortemente il processo”. In quale modo? “Il libro vuole mettere a disposizione dei cittadini, policy maker e ricercatori desiderosi di approfondire questo tema alcune nozioni e informazioni di base che li possano aiutare a capire ed eventualmente agire”.

Pier Angelo Mori è professore ordinario di Economia politica nell’Università di Firenze.

Jacopo Sforzi, PhD in Sociologia economica all’Università di Brescia, è ricercatore presso Euricse (European Research Institute on Cooperative and Social Enterprises) di Trento.

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