La valutazione dell’Impatto Sociale ‘Case del Quartiere’ di Torino
Descrizione del progetto
La Rete delle Case del Quartiere è un network locale che riunisce le Case del Quartiere di Torino per diffondere buone pratiche di innovazione sociale e rigenerazione urbana, a partire dalle necessità dei territori. Lo scopo è rendere i cittadini, protagonisti della vita sociale e culturale dei quartieri: un mondo in cui tutti gli abitanti dei quartieri della città si impegnano co-operando, nel far crescere la propria comunità. Queste strutture sono spazi di comunità che offrono occasioni di incontro attraverso rassegne culturali, sportelli sociali, laboratori di autoproduzione e attività. Sono luoghi aperti a tutti, dove imparare o essere ascoltati, dove mangiare o organizzare eventi con i tuoi amici. Da maggio 2012 la Città di Torino, insieme alla Compagnia di San Paolo, ha invitato i soggetti gestori delle Case a riunirsi intorno ad un tavolo con il proposito di coordinare le attività delle stesse attraverso il consolidamento di una rete per mettere in comune conoscenze, esperienze e progetti. Ad oggi le Case del Quartiere a Torino sono 8, ognuna in una zona diversa, coprendo quasi completamente il territorio cittadino.
Nel 2016 la rete delle CdQ decide di raccontare in modo articolato e completo queste esperienze, le iniziative e i progetti realizzati, e soprattutto il valore aggiunto che le azioni promosse apportano al territorio cittadino. La sfida è stata di fare ciò non solo con la narrazione, ma attraverso strumenti scientifici ed elementi concreti – i dati – che descrivessero le peculiarità delle Case, ovvero il loro modo di agire, di mobilitare persone, di soddisfare bisogni.
Per questo le 8 Case hanno deciso di realizzare una rendicontazione sociale delle attività svolte e di sperimentarsi in una valutazione di impatto sociale attraverso il metodo ImpACT.
Il Metodo
Il metodo adottato per la valutazione segue la logica della catena di creazione dell’impatto sociale secondo cui la produzione di “cambiamenti nella società” (così come l’impatto sociale può essere definito) non è semplicemente un dato, ma il risultato di un processo articolato che comincia dalle risorse (umane ed economiche) agisce attraverso processi e politiche organizzative, giunge a risultati diretti e verificabili, e produce benessere e ricadute non previste e direttamente monitorabili, nonché impatto di lungo periodo sulla società. In sintesi, una catena che relaziona inputprocessi-output-outcome-impatti. Un processo che permette di comprendere la Rete delle Case del Quartiere nelle sue
specificità e di valutarne elementi di efficienza e di efficacia dell’azione, attraverso l’analisi delle risorse e del benessere generato.
L’Impatto Sociale
Alcune dimensioni di impatto sociale generate dalla Rete delle Case del Quartiere: impatto occupazionale, sensibilizzazione dei cittadini che donano tempo e denaro alle azioni, ricadute anche di lungo periodo sugli utenti e azioni volte alla riduzione delle marginalità e di alcuni problemi sociali. Altri aspetti sia quantitativi e monetari che ‘qualitativi’ e legati agli eterogenei rapporti con il territorio possono tuttavia essere analizzati per valutare l’impatto sociale ulteriormente generato.
La mappatura dei soggetti coinvolti in vari modi dalle Case del Quartiere ci porta così in primo luogo a riflettere sugli stakeholder istituzionali con cui esse si relazionano e sui quali le stesse hanno potenziali ricadute. Le pubbliche amministrazioni e nel dettaglio Comune, Circoscrizioni, Asl, Servizi pubblici,
Scuole rappresentano soggetti con cui nel 2018 tutte le Case si sono relazionate. La relazione non risulta essere tuttavia stata funzionale a generare impatti sociali rilevanti: l’unico elemento discretamente sviluppato è stato la partecipazione a tavoli di lavoro e di analisi dei bisogni territoriali, ma non vi è comunque una capacità delle Case di incidere ancora sulla pianificazione, sulle politiche locali, sulla reale condivisione di obiettivi, né sulle questioni relative ai finanziamenti. Ciò nonostante il ruolo delle Case possa essere considerato rilevante per la Città di Torino e di impatto per la pubblica amministrazione in senso stretto, sia in termini di realizzazione di servizi di forte interesse sociale e pubblico che in termini di realizzazione di servizi ad un costo decisamente inferiore di quanto sarebbe alternativamente sostenuto dall’ente pubblico nel realizzarli.
L’impatto delle Case del Quartiere è poi direttamente ed indirettamente anche sulle imprese del proprio territorio.
Un dato quantitativo: mediamente il 61% degli acquisti di beni e servizi fatti dalle Case è realizzato presso imprese della Città di Torino ed il 39% addirittura da esercizi ed imprese della propria circoscrizione. Ad essere beneficiari economici sono inoltre nel 10% dei casi enti di Terzo settore e per un ulteriore 6% degli acquisti cooperative non sociali, con ricadute quindi di sistema o sociali. Un ulteriore elemento concreto e numerico che esprime la capillarità dell’azione oltre i termini puramente monetari: se la rete di enti di Terzo settore che ruota in modo
formale intorno alle Case per la promozione di servizi e iniziative descrive un impatto numerico alquanto significativo, si consideri che la Rete delle Case interagisce anche con oltre 100 ulteriori enti del privato sociale del territorio (per la quasi totalità associazioni) in modo strutturato per confrontarsi sui problemi del territorio, sulla complementarietà di azioni o sulla possibilità di realizzare congiuntamente nuovi servizi al di fuori dell’azione programmata dalle Case. Ma non solo; in alcuni casi le Case del Quartiere si sono anche relazionate con enti di Terzo settore esterni offrendo loro supporto e condividendo know-how imprenditoriale per l’avvio di loro nuovi progetti, ovvero ricevendo o erogando donazioni. In un sistema che è stato in grado di realizzare concretamente nel 2018 anche extraservizi oltre a quelli propri delle Case, erogati ancora una volta alla cittadinanza non solo né prevalentemente a pagamento ma spesso a titolo gratuito attivando risorse proprie o della pubblica amministrazione, con ulteriori effetti redistributivi. E con una eterogenea produzione quindi di impatti indiretti ma significativi per il territorio e per il sistema.
Da stakeholder istituzionali alla comunità nel suo complesso. I cittadini sono certamente stakeholder primari delle Case del quartiere, data la natura giuridica e gli obiettivi delle stesse. La valutazione dell’impatto sociale realizzato nei confronti dei cittadini diviene quindi elemento cruciale. Se i numeri presentati sui cittadini coinvolti nella produzione dei servizi e sui beneficiari delle azioni illustrano già la ricaduta quantitativa dell’azione delle Case, una riflessione conclusiva vuole essere fatta sugli aspetti qualitativi. Così, si osservi che le Case aggiungono la cittadinanza con diversi canali, formali ed informali, dai social network alla comunicazione pubblica diffusa, dal passaparola
tra cittadini e enti partner all’organizzazione e alla presenzialità ad eventi pubblici. Ricerca di mobilitazione verso i propri spazi e le proprie iniziative. Con un limite tuttavia nel rapportarsi con il cittadino e la comunità in senso esteso: mediamente (anche se con qualche caso di eccezione) nelle Case si investe poco nel coinvolgere attivamente la cittadinanza in tavoli e momenti di co-progettazione, ma similmente il cittadino medio non viene nemmeno mobilitato (o lo è solo in rari casi) per la realizzazione di eventi, la rigenerazione degli spazi né tantomeno per attivare raccolte fondi, con ridotti effetti di generatività (in cui nonsolo il cittadino riceve un se rvizio, ma esso stesso partecipa poi alla sua realizzazione). Aspetto che può rappresentare per il futuro un elemento di sfida e di ulteriore miglioramento nella
Rete delle Case del Quartiere, considerando infatti il potenziale che dal coinvolgimento più attivo dei cittadini può derivare: non solo risparmi nella realizzazione delle attività (per l’effetto generativo), ma anche (come i dati forniti da alcune Case che hanno realizzato politiche di coinvolgimento attivo dei cittadini dimostrano) possibilità di entrare in contatto con nuovi finanziatori, di attivare nuovi volontari, di promuovere la nascita di gruppi di auto-mutuo-aiuto, o di realizzare nuovi servizi ed eventi.
Azioni, quelle descritte nel presente paragrafo, che hanno rafforzato in modo ulteriore la socialità e la ricaduta territoriale delle azioni e dei servizi concretamente realizzati all’interno delle Case. E che hanno permesso di raggiungere ulteriormente la mission che la Rete delle Case del Quartiere si è data e che può essere sintetizzata nelle parole chiave: partecipazione civile della comunità, integrazione e giustizia sociale, promozione di cambiamenti sociali, creazione di rete, conoscenza e condivisione.
Conclusioni
Al termine di questa esperienza valutativa, le Case del Quartiere si ritrovano vari aspetti di riflessione importante che dovranno trovare spazio in sede collettiva, per definire cosa farsene degli elementi indagati e di definire alcuni punti da cui ripartire.
Da un punto di vista legato alla valutazione stessa, sia in termini metodologici che di approfondimento, si intenderà approfondire gli elementi qualitativi, in questo report abbastanza assenti, attraverso interviste da proporre a target specifici o su temi particolari, definiti annualmente, così da raccogliere elementi direttamente dai beneficiari dei progetti, dotandosi però di metodi rigorosi e raffrontabili tra le diverse Case. Monitorare gli aspetti dell’adesione al progetto e l’impatto in termini emotivi e di ricaduta sulla qualità della vita delle persone e del territorio è uno step da intravedere. Inoltre un approfondimento inteso come condivisione della cultura del dato e aumento delle competenze nel misurare il valore aggiunto che le Case del Quartiere apportano alla vita della città è l’orizzonte che si intravede.
Sul piano delle prospettive operative, che già oggi si intercettano nelle quotidianità degli interventi, quindi nell’evoluzione ovvia che è oltre ai dati qui raccontati dell’esercizio 2018, riguarda i rapporti con nuovi stakeholder territoriali, che sempre più vedono un rafforzamento, anche nelle definizioni comuni di interventi che travalicano i limiti fisici delle Case. Ma soprattutto con l’amministrazione comunale il lavoro progettuale e di programmazione sta trovando un luogo definito e con incontri periodici, attraverso la “Cabina di regia” tra rappresentanti delle Case e alcuni assessorati: questo significa come Case del Quartiere aver visto riconosciuto, anche con atto deliberativo comunale, un ruolo significativo, in quanto soggetto complementare e competente per la realizzazione di politiche pubbliche e di connettore diretto tra la cittadinanza e l’amministrazione stessa. Tale tema si esplica anche attraverso l’invito sempre più frequente per le Case a collaborare con altre istituzioni pubbliche o enti privati su versanti differenti, che vanno dal welfare alla promozione culturale, dall’attivazione della cittadinanza per la cura di spazi pubblici all’accoglienza di servizi essenziali diffusi nei territori fuori da sedi istituzionali. Ciò non senza alcune criticità per quanto riguarda risorse a disposizione degli operatori, sia economiche che strutturali, che affaticano l’intervento; dall’altro il tema del cercare continuamente un equilibrio nel non sostituirsi a ruoli che appartengono invece all’ente pubblico.