Amministrazione condivisa: quale via percorrere?
In un’affollata Aula Kessler del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento Euricse ha presentato i primi risultati della ricerca nazionale sul tema del welfare collaborativo. L’indagine, condotta con il supporto della Provincia autonoma di Trento, offre un quadro di sintesi per comprendere meglio cosa funziona e cosa ancora va messo a punto nelle pratiche di collaborazione tra pubblica amministrazione e privato sociale previste dal Codice del Terzo Settore. Alla prima presentazione dei risultati dello studio hanno partecipato il prof. Luca Fazzi, autore del Rapporto (Università di Trento, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale), Federica Sartori, dirigente del Servizio Politiche Sociali della Provincia Autonoma di Trento, Francesca Gennai, vicepresidente del Consorzio Consolida e Riccardo Bodini, direttore di Euricse.
La ricerca di Euricse “Il nuovo welfare collaborativo in Italia: Co-Programmazione e Co-Progettazione come strumenti per l’innovazione del welfare locale” è la prima indagine a livello nazionale che approfondisce l’applicazione concreta dell’articolo 55 del Codice del Terzo Settore, che ha introdotto gli strumenti giuridici per promuovere una nuova concezione più collaborativa e paritaria dei rapporti tra Stato ed enti del Terzo settore. Alla luce della normativa introdotta dal Codice e consolidata dalla sentenza della Corte Costituzionale del 2020, l’obiettivo di questo lavoro è infatti quello di indagare se e come stanno cambiando i rapporti tra pubblico e Terzo settore e il ruolo che ciascuno dei diversi attori può svolgere nella costruzione del welfare locale.
I 20 casi di co-progettazione che sono stati analizzati dal team di ricerca coordinato dal prof. Luca Fazzi dell’Università degli Studi di Trento, in 10 regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Veneto e Trentino, al Nord; Emilia-Romagna, Lazio e Toscana, al Centro e Puglia, Campania e Sicilia, al Sud) attraverso 60 interviste a esperti, professionisti, manager pubblici e rappresentanti del Terzo Settore, fanno luce su un quadro articolato di esperienze, punti di forza, criticità e prospettive di sostenibilità e sviluppo del welfare collaborativo. Le esperienze esaminate non sono solo virtuose: scopo di questa indagine è infatti quello di delineare le condizioni che rendono possibile la collaborazione, esaminando tanto i successi quanto gli insuccessi per trarne apprendimenti utili.
Tre sono le domande su cui si è concentrata l’analisi dei ricercatori: come le amministrazioni pubbliche si rapportano al Terzo Settore in termini di strategie e di riconoscimento; quali sono le procedure utilizzate e il loro livello di inclusività; quali sono le capacità del Terzo settore di rappresentare e portare in coprogettazione le istanze e i bisogni della comunità.
L’APPLICAZIONE DEGLI STRUMENTI: UN EQUILIBRIO FATTO DI LUCI E OMBRE
“L’unione fa la forza” è il principale motivo di convergenza tra gli intervistati della Pubblica Amministrazione e del Terzo settore, e rimanda alla consapevolezza concreta che contare solo sulle proprie risorse e capacità, in questo periodo storico ed economico, non è sufficiente per consolidare l’offerta di servizi e costruire nuovi interventi per rispondere ai bisogni della comunità. Anche per questo motivo l’attenzione e le aspettative nei confronti di processi collaborativi che mettono a fattor comune risorse, visione e competenze tra attori diversi sono molto elevate, e gli strumenti previsti dall’articolo 55 del Codice del Terzo Settore – co-programmazione e co-progettazione – cominciano a essere sperimentati su larga scala. È quindi il momento opportuno per fare un primo bilancio di cosa sta funzionando e cosa no, e la ricerca mette in luce sia gli effetti positivi sia gli effetti negativi riscontrati in queste prime sperimentazioni.
Tra gli effetti positivi generati dall’utilizzo di nuovi strumenti collaborativi si riscontrano: maggiore comprensione reciproca tra istituzioni e attori, integrazione tra i servizi, fiducia, flessibilità, orientamento all’innovazione, mobilitazione delle risorse, maggiore capacità di risposta ai bisogni della comunità, aumento dell’entusiasmo e dell’ottimismo che portano gli attori coinvolti, sia pubblici che del Terzo Settore, a riscoprire “il senso del proprio lavoro” a volte offuscato, nel corso del tempo, anche dalle dinamiche concorrenziali.
Non mancano tuttavia anche alcune criticità. Una linea di possibile tensione tra pubblico e Terzo settore riguarda il tema delle risorse, perché, seppur con fasi alterne, il finanziamento delle politiche di welfare locale è stato caratterizzato negli ultimi anni da un contenimento della spesa. Altri effetti indesiderati sono il rischio di strumentalizzazione, le modalità di redazione delle procedure e la loro scarsa definizione, che ancora oggi generano confusione e difficoltà operative. Vi è poi l’aumento degli oneri organizzativi e amministrativi legati al coordinamento ed alle procedure di rendicontazione. Sebbene lo scopo della collaborazione sia quello di far lavorare insieme attori diversi, si verificano ancora incomprensioni e talvolta una perdita di fiducia nella collaborazione, spesso dovuta al fatto che attori con competenze, valori ed esperienze diverse affrontano lo stesso problema, ma con linguaggi e accezioni differenti.
Da questa prima indagine emerge quindi un quadro fatto di luci e ombre, che indica la necessità di riflettere su quali siano le condizioni per adottare un cambio di passo nell’interesse generale, quali variabili entrano in gioco e quali processi devono essere attivati per utilizzare al meglio i nuovi strumenti.
In questo contesto, la ricerca di Euricse vuole essere uno strumento utile per le organizzazioni del terzo settore e per i funzionari della pubblica amministrazione, adatto a creare una cultura dell’amministrazione condivisa. Si tratta di una “sfida” importante che vede l’applicazione della co-programmazione e della co-progettazione non confinata al solo ambito del welfare, ma in una prospettiva più ampia, all’intero spettro delle politiche e dei servizi pubblici, se rivolti all’interesse generale.
I risultati della ricerca sono resi disponibili in tre Rapporti sul sito internet di Euricse. Il primo report, che sarà online a partire dal 1° marzo, inquadra l’evoluzione del welfare locale a livello nazionale e illustra il contesto di riferimento del nuovo welfare collaborativo, con una prima valutazione degli effetti positivi e delle criticità emerse dall’indagine. Il secondo rapporto è dedicato alle condizioni abilitanti della collaborazione e il terzo alle dimensioni operative dei processi collaborativi, e saranno pubblicati a breve sul sito di Euricse.
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