Imprese sociali e dinamiche dal basso
La rivista International Review of Sociology ha dedicato una sezione tematica nell’ultimo numero (Volume 26, Issue 1, 2016) all’impresa sociale a cura dei ricercatori e collaboratori di Euricse Giulia Galera, Carlo Borzaga e Luca Fazzi.
Negli ultimi decenni, in diversi paesi europei, le imprese sociali sono state riconosciute come attori chiave del welfare. Tuttavia nonostante il numero di ricerche svolte per esplorare questo tema, questioni quali la definizione e i ruoli di politiche volte a sostenere la crescita delle imprese sociali sono ancora largamente contestate. L’obiettivo di questo approfondimento era ricostruire il dibattito che ha accompagnato la nascita e lo sviluppo delle imprese sociali, con un attenzione particolare al fornire prove dei vantaggi che la partecipazione collettiva porta alla crescita delle imprese sociali. Inoltre l’articolo introduttivo si focalizza sulla descrizione dei fattori che hanno portato al successo delle imprese sociali come forma di auto-organizzazione della società civile; e descrive brevemente il resto degli articoli inclusi nella sezione monografica.
Gli articoli raccolti in questa sezione tematica della rivista illustrano la situazione in Italia, Svezia e Giappone e sono firmati, oltre dai curatori, da Giacomo Degli Antoni (Dipartimento di giurisprudenza, Università di Parma), Akira Kurimoto (Institute for Solidarity-based Society, Hosei University, Tokyo), Yurie Kumakura (School of Commerce, Meiji University, Tokyo) e Johan Vamstad (Department of Social Sciences, Ersta Sköndal University College, Stockholm).
Giacomo degli Antoni “The emergence of social enterprises through the initiative of self-organized citizens: an analysis starting from Olson’s approach to the logic of collective action”, fornisce prove empiriche per verificare se la logica dell’azione collettiva definita da Olson sia un approccio teorico applicabile alle imprese sociali.
Carlo Borzaga e Giulia Galera “Innovating the provision of welfare services through collective action: the case of Italian social cooperatives”, rifocalizzano l’attenzione su uno dei modelli chiave della creazione delle imprese sociali, che non ha ricevuto l’attenzione che merita: la dinamica bottom-up.
Akira Kurimoto e Yurie Kumakura “Emergence and evolution of co-operatives for elderly care in Japan”, ripercorrono la nascita e l’evoluzione delle cooperative di servizi agli anziani, nate per gestire una domanda crescente, conseguenza dell’invecchiamento della popolazione e della riforma delle politiche sociali effettuata dal governo giapponese nel 2000.
Johan Vamstad “Bottom-up childcare in a top-down welfare state: explaining cooperative organization among Swedish parents”, basandosi sul dato che circa il 10% delle scuole dell’infanzia in Svezia sono cooperative di genitori, esplora le motivazioni dietro la scelta di creare tali cooperative, con particolare attenzione al ruolo che giocano il settore pubblico e le decisioni politiche.