WP 05 | 10 Lavorare nel settore profit e non profit: che differenza fa? Un’indagine sulle preferenze dei migranti volontari e involontari
Indaghiamo cosa c’è dietro il differenziale salariale profit/not for profit confrontando i giudizi sulle caratteristiche lavorative dei lavoratori che volontariamente o involontariamente sono passati dal primo al secondo settore. Definiamo traslocatori volontari coloro che hanno fatto domanda per un posto di lavoro in un’organizzazione no-profit e, in caso di successo, si sono dimessi da quella a scopo di lucro, mentre i traslocatori involontari possono essere stati licenziati dall’azienda o essersi dimessi senza avere già un’offerta di lavoro in il settore no profit in caso di uscita dall’impresa. Osserviamo che quasi la metà di coloro che si trasferiscono volontariamente si ritrovano con salari non più alti e, sorprendentemente, con una maggiore soddisfazione lavorativa dopo il cambiamento. La stragrande maggioranza di loro mostra una flessibilità temporale significativamente più elevata, migliori relazioni con le parti interessate, una maggiore coerenza con le competenze formative e una maggiore soddisfazione delle motivazioni intrinseche nel nuovo lavoro. I nostri risultati supportano l’ipotesi differenziale di compensazione profitto/no profit e fanno luce su meccanismi che vanno oltre il comportamento di donazione del lavoro da parte dei lavoratori intrinsecamente motivati.