Con l’Executive school Dynamo Olivetti un salto verso un futuro sostenibile

28 Ottobre 2020

Il racconto da insider del nostro responsabile formazione Paolo Fontana: “Valorizziamo il patrimonio di relazioni con una nuova reunion”

di Paolo Fontana

Il valore della presenza

In presenza, efficace ed estremamente stimolante. Dovessi riassumere la III edizione della executive school userei queste tre parole. Gli sforzi degli organizzatori, la collaborazione dei partecipanti e i protocolli di sicurezza rispettati alla lettera hanno infatti reso possibile lo svolgimento in presenza di tutto il percorso formativo, e già questo non era scontato. I corsisti hanno così potuto valorizzare al meglio la conoscenza reciproca e gli scambi intercorsi: un patrimonio di relazioni che ci piacerebbe valorizzare anche in futuro, organizzando una nuova “reunion” dei corsisti di tutte le passate edizioni. Siamo infatti convinti che tenersi aggiornati e continuare il confronto tra imprese e pratiche manageriali assai diverse sia il modo più utile per tenere accesso il “sacro fuoco” dell’innovazione.

Il ricercatore Euricse Jacopo Sforzi durante l’Executive School

Agenda 2030, strumento e non solo parametro

Innovazione che, mai come oggi, deve (e può) tener conto di nuovi fattori se vuole davvero dispiegare tutto il suo potenziale. L’Executive School ha cercato di stimolare proprio questo: mettere a fuoco le variabili manageriali, culturali e organizzative che possono permettere alle imprese di fare il salto verso un futuro sostenibile, in cui il vantaggio di tutti non sia vincolo ma opportunità, in cui gli “obiettivi del millennio” diventino strumenti di valorizzazione aziendale e non solo parametri a cui adeguarsi.

Tutti i docenti che si sono alternati ci hanno accompagnato in questo ideale viaggio dalle radici al futuro: dall’eredità visionaria di Adriano Olivetti – toccata con mano presso gli stabilimenti di Ivrea – fino alle traiettorie più innovative e inclusive che possono assumere le imprese. È proprio il pluralismo delle forme d’impresa, la molteplicità di obiettivi che si affiancano al profitto, il saper attivare le comunità locali per rispondere a bisogni e aspirazioni, è in tutto questo lo stimolante lascito dell’executive school: la consapevolezza che nessun’altra invenzione umana, come sono le imprese, può impattare così tanto sull’ecosistema in cui viviamo. È giunto il momento di mettere a fuoco questa opportunità.

Il segretario generale Euricse, Gianluca Salvatori

La sfida dei project work

Infine, per passare dalla teoria alla pratica, Euricse ha cercato di accompagnare i partecipanti alla stesura di un project work che aiutasse ciascuno a tradurre gli stimoli ricevuti in idee progettuali, concretamente percorribili. Tutti i partecipanti (provenienti da imprese pubbliche e private, di settori diversi come il bancario, l’informatico o il legale) si sono così cimentati nel tentativo di rendere quanto più efficace possibile il processo di apprendimento in atto. Tante le idee e le proposte discusse e, alla fine, una sola consapevolezza: il project work era stato pensato come “l’ultimo miglio” dell’executive school, invece si è rivelato il “primo miglio” del percorso che porterà ciascuna impresa partecipante verso un futuro più inclusivo e sostenibile. Non male!

L’appuntamento, e non vediamo l’ora, è per la IV edizione del 2022. Insieme ai partner Fondazione Olivetti e Dynamo Academy siamo già all’opera per correggere, aggiornare e innovare un già valido programma!

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