Il Volontariato è un motore di trasformazione sociale

1 Marzo 2024

Il volontariato non è più solamente un elemento di assistenza, ma emerge come un agente di trasformazione sociale, dinamico e diversificato, in un mondo in costante evoluzione. È un universo plurale in cui ogni partecipante assume un ruolo consapevole all’interno di un’azione collettiva e organizzata. Tuttavia, è anche una struttura robusta capace di interagire con istituzioni e comunità, nonostante mostri alcune criticità in una società sempre più diseguale, frammentata e chiusa. Oggi a Trento, nel contesto del convegno “Volontariato e Volontariati”, promosso da Euricse e Labsus, sono stati esaminati gli sviluppi e i percorsi del volontariato a livello nazionale e in Trentino. Un evento che si inserisce nell’ambito dell’iniziativa “Trento Capitale Italiana ed Europea del Volontariato 2024”. Durante la mattinata, esperti e studiosi del Terzo Settore si sono riuniti a Palazzo Benvenuti, nel cuore della città, per esplorare la dinamica e la complessità del mondo del volontariato, contribuendo significativamente al dibattito su questo tema. Molto partecipato il convegno con oltre 140 persone in presenza nelle sale di Palazzo Benvenuti, e collegate online.

 

Dopo i messaggi di benvenuto del sindaco di Trento, Franco Ianeselli, del presidente del Consiglio Provinciale, Claudio Soini, del presidente di Euricse, Mario Diani, e del presidente di Labsus, Pasquale Bonasora, il convegno ha preso avvio con gli interventi principali.

Al prof. Gregorio Arena (Labsus e Università di Trento), il compito di aprire i lavori e subito, l’attenzione sul concetto di volontariato da varie prospettive, esplorando l’evoluzione del volontariato fin dalle origini ad oggi, seguendo anche la normativa attraverso le riflessioni di Carlo Borzaga (Euricse e Università di Trento) e di Felice Scalvini (Assifero).

«Negli anni ’70 e ’80, il volontariato emerge come un movimento sociale concreto, distintivo per il suo impegno diretto nei problemi anziché per manifestazioni o la creazione di partiti. Inizialmente caratterizzato da forme tradizionali, il “nuovo volontariato” si organizza in gruppi che affrontano attivamente le sfide sociali. La legge 266 del 1991 riconosce solo parzialmente il volontariato, limitandolo alle organizzazioni di volontariato (ODV). Questo riconoscimento parziale porta a dinamiche competitive e rallenta il passaggio da ODV a cooperative sociali. Con il tempo, il concetto di volontariato si amplia, includendo dimensioni come il “volontariato delle competenze” e il “volontariato d’impresa”. Il Codice del Terzo Settore introduce una definizione più ampia di volontariato, riconoscendo volontari anche al di fuori delle ODV. A oggi il volontariato si trova di fronte a nuove sfide e opportunità, richiedendo una riflessione continua e l’adattamento a una realtà in evoluzione.»

Renato Frisanco (Associazione L. Tavazza), ricercatore sociale, studioso di volontariato e Terzo Settore ha ripercorso la parabola dell’impegno sociale gratuito dagli anni 70 ad oggi. Fiaccato dal neoliberismo e da varie crisi, stretto tra il potere politico e quello economico, il fenomeno cambia pelle, ma mantiene una sua vitalità. “Il “volontariato postmoderno” rappresenta un salto qualitativo, passando da un concetto di “doverosità del gratuito” tipico dell’azione militante, a una “gratuità del doveroso”, rivolta a cittadini “adulti” e responsabili. Non senza però allontanarsi da quello che era il pensiero dei padri fondatori”, con tutti i limiti della legge di Riforma del Terzo Settore”.

Il professore Luca Gori, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, si è soffermato sulla definizione legale di volontario e di attività di volontariato e le sfide che presentano sul piano giuridico. «È una definizione sospesa fra il passato – ciò che è già avvenuto – ed il futuro – le nuove manifestazioni dell’attivismo civico. Il Codice del Terzo Settore ha portato innovazioni importanti. Occorre una grande attenzione e sensibilità nel momento in cui si descrive questo comportamento espressione di una libertà, costituzionalmente tutelata, al piano delle regole da osservare, molto stringenti. Il diritto del “volontariato” si muove lungo questo percorso difficile fra libertà e regolamentazione giuridica e la riflessione è sempre, inevitabilmente aperta. Basti pensare al volontariato individuale, al volontariato digitale, al volontariato per le pubbliche amministrazioni, ecc. Si tratta di “sfide” giuridiche, sociali e culturali assolutamente aperte».

Affrontando il tema del “volontariato in movimento” per sostenere le persone vulnerabili e curare i territori, la presidente di CSVnet, Chiara Tommasini, ha discusso delle sfide attuali. «I cambiamenti e le nuove esigenze del volontariato sono temi centrali nel lavoro quotidiano del sistema dei centri di servizio per il volontariato. Il volontariato oggi è diverso da quello di anni fa, sono diverse le esigenze, le motivazioni e anche i ritmi di vita, gli si richiede di essere sempre più innovativo e “performante” rispetto ai bisogni sociali in continuo mutamento e a nuovi interlocutori con cui è chiamato ad interagire (pubbliche amministrazioni, imprese etc). Per questo negli ultimi anni abbiamo puntato molto alla ridefinizione della nostra vision e delle strategie da mettere in campo per poter sostenere ed accompagnare al meglio le organizzazioni in un periodo di grandi cambiamenti; ma  soprattutto per riuscire ad intercettare la voglia di impegno di tanti cittadine e cittadini che, se incanalata in progettualità ampie, può fare la differenza per cambiare in meglio le comunità in cui viviamo” ha detto Chiara Tommasini, presidente CSVnet».

Nella seconda sessione, condotta da Mirella Maturo di Euricse, l’attenzione si è focalizzata sul potenziale trasformativo delle nuove forme di volontariato al di fuori delle organizzazioni del Terzo Settore. Il ricercatore di Euricse, Jacopo Sforzi, ha evidenziato un cambiamento significativo nel volontariato, indicando che non è più strettamente legato alle associazioni formalizzate. «Attualmente, ogni cittadino ha molteplici opportunità di partecipare attivamente alla cura del territorio e del bene comune, collaborando con l’ente pubblico e la comunità. Questo fenomeno si traduce in un panorama diversificato in cui ciascun partecipante assume un ruolo consapevole all’interno di un’azione collettiva e organizzata. Si nota un crescente desiderio di partecipazione, sia fisica che virtuale, accompagnato da un maggiore impegno individuale nel rispondere ai bisogni sociali, siano essi tradizionali o emergenti. Nuove forme di organizzazione della comunità stanno emergendo, guidate dal desiderio degli abitanti di coinvolgersi personalmente per affrontare le sfide e le difficoltà della propria comunità (alcuni esempi: empori solidali, portinerie di quartiere, community hub… come evidenziato nel rapporto “Le Comunità Intraprendenti in Italia” curato da Euricse.

Elena Taverna, esperta in progettazione sociale, ha presentato pratiche emergenti di solidarietà e partecipazione orientate a (ri)costruire legami sociali ed economici locali attraverso la cooperazione. Ha condiviso l’esperienza di lavoro con le comunità e il comune di Milano nel progetto “Luoghi Comuni” di Labsus e Italia Nostra Onlus – Centro di Forestazione Urbana e sostenuto da Fondazione Cariplo . Il progetto, incentrato sulla rigenerazione di spazi aperti collettivi, è terminato ufficialmente con 13 patti di collaborazione attivati, portando a significativi cambiamenti materiali nel quartiere e nella comunità. Questi accordi intersecano diverse progettualità su varie scale, ma ciò che emerge come più significativo è la nuova consapevolezza acquisita dai cittadini, che si sono trasformati in “compagni di viaggio”. Questa consapevolezza riflette la convinzione che il cambiamento sia possibile in qualsiasi contesto, sia esso il proprio quartiere, la propria città, l’Italia o il mondo intero. 

Francesca Fiori e Maddalena Recla di CSV Trentino hanno investigato le modalità attraverso le quali i giovani possono essere coinvolti nelle nuove forme di volontariato, con un focus specifico sull’ambiente e il territorio, e come tali iniziative possano collaborare con il volontariato tradizionale. «Quando si parla di volontariato e giovani spesso si sottolinea la diminuzione della partecipazione ma non è solo una questione di numeri in calo; ad essere a rischio è anche la qualità della partecipazione e delle relazioni di cui il volontariato è portatore. Da questo nasce la necessità di ragionare e leggere insieme i mutamenti in corso, per individuare poi strumenti e modalità efficaci – ha detto Francesca Fiori – nuove forme di volontariato e attivismo, nonché nuove modalità di incontro e collaborazione con il volontariato più tradizionale per poter intercettare le energie dei più giovani che sono presenti all’interno delle comunità in forme differenti».

 

Per approfondire ulteriormente questo tema, vi invitiamo a consultare e contribuire alla nostra bibliografia partecipata, dove troverete articoli e materiali di approfondimento, incluse le relazioni dei relatori di oggi.

 

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