La Commissione Europea autorizza gli aiuti di Stato alla Banca delle imprese sociali inglesi

28 Dicembre 2011

COMMENTI
Trento, 28 dicembre 2011

LA COMMISSIONE EUROPEA AUTORIZZA GLI AIUTI DI STATO ALLA BANCA DELLE IMPRESE SOCIALI INGLESI
IL COMMENTO DI IAN SNAITH, UNIVERSITA’ DI LEICESTER (UK) E MEMBRO DEL GRUPPO DI STUDIO SUL DIRITTO COOPERATIVO EUROPEO DI EURICSE

Il 20 dicembre 2011, la Commissione europea ha reso noto di avere autorizzato, alla luce della disciplina europea degli aiuti di stato, un finanziamento fino ad un massimo di 400 milioni di sterline da concedersi dal Governo del Regno Unito per la costituzione di una società di investimenti sociali denominata “Big Society Capital” (BSC). Il finanziamento governativo sarà assicurato mediante assegnazione di somme depositate presso conti correnti bancari “dormienti”, secondo quanto disposto dalla legge del 2008 sui “Conti correnti inattivi presso banche ed istituti di credito edilizio”. Se un conto corrente bancario è rimasto inattivo per almeno quindici anni, la banca può trasferirne il saldo ad uno speciale Fondo al quale il titolare del conto corrente può richiedere le somme di cui è titolare. Le somme non reclamate possono essere trasmesse dal Fondo alla BSC. La “UK Co-operative Bank” sta attualmente lavorando alla costituzione di questo Fondo.

La BSC investirà in imprese sociali, istituzioni benefiche ed organizzazioni di volontariato che incontrano difficoltà nel reperire sul mercato finanziamenti a condizioni accessibili. In via generale, la BSC opererà attraverso intermediari finanziari specializzati in investimenti sociali (la cui esatta denominazione è “Social Investment and Finance Intermediaries” – SIFIs), al fine di sviluppare l’intermediazione finanziaria nel settore sociale e di fronteggiare i fallimenti del mercato in quest’area. L’autorizzazione rilasciata dalla Commissione europea ha durata limitata a cinque anni. Dovranno inoltre essere notificati alla Commissione sia qualsiasi aiuto di stato ulteriore ai 400 milioni di sterline sia qualsiasi incremento del patrimonio della BSC oltre la soglia di 600 milioni di sterline nel suddetto periodo.

La BSC è stata formalmente proposta dalla Presidenza del Consiglio dei ministri del Regno Unito nel maggio del 2011, quale parte di una più ampia strategia di sviluppo del mercato degli investimenti sociali nel Regno Unito. Essa si propone di fornire una serie di servizi finanziari alle organizzazioni del settore sociale, di raccogliere denaro per realizzare maggiori investimenti nel settore e di aiutare tali organizzazioni a diventare più solide e stabili. Il suo capitale iniziale è di 400 milioni di sterline, che si stima proverranno dai conti bancari “dormienti”, e di ulteriori 200 milioni di sterline, messi a disposizione dalle quattro maggiori banche private inglesi. La BSC sarà costituita entro fine aprile del 2012 ed opererà nella veste di organizzazione all’ingrosso, indipendente e privata del settore sociale. Sarà obbligata a rendicontare in maniera trasparente sia i suoi risultati economici sia il suo impatto sociale, e mirerà al raggiungimento dell’autosufficienza economica nel lungo periodo dopo una parziale erosione del proprio capitale nei primi cinque anni di attività (vedi http://www.cabinetoffice.gov.uk/content/big-society-capital).

Un motivo della decisione assunta dalla Commissione europea in base all’articolo 107 (3) (c) del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea risiede nell’impegno assunto dal governo inglese a garantire che, sotto il profilo dei finanziamenti da concedersi e dei loro beneficiari, l’operazione si svolga nel rispetto di almeno uno dei due seguenti regolamenti comunitari di esenzione: il Regolamento (CE) n. 1998/2006 del 15 dicembre 2006 (c.d. de minimis), sulla compatibilità col diritto comunitario di aiuti complessivamente non superiori ad una determinata soglia, attualmente pari a 200.000 €; e il Regolamento (CE) n. 800/2008 del 6 agosto 2008 (c.d. regolamento generale di esenzione per categoria) sulla compatibilità col diritto comunitario di alcune categorie di aiuti (quali quelli alle piccole e medie imprese, quelli a finalità regionale, per la tutela dell’ambiente, di natura sociale, ecc.), sul presupposto che tali aiuti generino benefici superiori a qualsiasi eventuale distorsione della concorrenza.
La Commissione europea ha inoltre richiesto che qualsiasi finanziamento erogato o dalla BSC o dai SIFIs finanziati dalla BSC sia subordinato alla verifica dell’impossibilità per il soggetto richiedente di ottenere finanziamenti sul mercato, nonché del suo business plan, del livello atteso di rendimento ponderato per il rischio e dell’impatto sociale dell’investimento
(http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/11/1573&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en).

Questa decisione della Commissione europea dimostra che la disciplina comunitaria degli aiuti di stato non necessariamente impedisce politiche di sviluppo di cooperative, imprese sociali o altri enti benefici o a finalità sociale. La Commissione ha approvato rapidamente la proposta del governo inglese sulla base dell’assunzione di specifici impegni. La misura non particolarmente elevata dei proposti aiuti di stato e gli attesi benefici sociali ed ambientali dell’intervento sono stati fondamentali ai fini della decisione. In ogni caso, la decisione costituisce ulteriore dimostrazione dell’approccio favorevole da parte dell’Unione Europea alle cooperative e alle imprese sociali, il cui ruolo fondamentale viene così riconosciuto. In questo senso la decisione della Commissione si cumula a quella della Corte di Giustizia dell’Unione europea dell’8 settembre 2011 nei casi riuniti C-78/08 a C-80/08 relativa all’applicazione della disciplina degli aiuti di stato a determinate previsioni fiscali riguardanti le società cooperative di diritto italiano.

In definitiva, può dirsi che il 2011 è stato un anno importante sotto il profilo del riconoscimento da parte dell’Unione Europea della particolare funzione di imprese che non possono essere classificate né pubbliche né di proprietà degli investitori, e che rappresentano un alternativa sia allo statalismo sia ad un’economia di mercato dominata dagli investitori.

x