Il tramonto dell’accoglienza. La gestione delle dinamiche di accoglienza della Provincia Autonoma di Trento prima e dopo il Decreto sicurezza e immigrazione
Editor(s): Paolo Boccagni, Giulia Galera, Leila Giannetto, Serena Piovesan
Il quaderno riporta i risultati di una ricerca commissionata ad Euricse da una rete di enti trentini composta da Arcobaleno SCS, Associazione Centro Astalli Trento Onlus, ATAS del Trentino, CGIL del Trentino, Kaleidoscopio SCS. La ricerca prende le mosse dall’esigenza di indagare l’impatto del sistema di accoglienza approntato in Trentino da un punto di vista economico e valutare gli effetti dei cambiamenti introdotti dal cosiddetto Decreto “Sicurezza e immigrazione”1 in termini economici e di possibili rischi per la coesione sociale.
In un quadro nazionale caratterizzato da un’accoglienza tendenzialmente deficitaria e all’insegna dell’emergenza, il Trentino si è distinto per una risposta diversa: ha istituito già nel 2001 un ente dedicato al fenomeno migratorio e all’accoglienza denominato CINFORMI (Centro informativo per l’Immigrazione).
Il CINFORMI agisce tutt’oggi come braccio operativo della Provincia Autonoma di Trento (PAT) per supportare la questura nelle procedure amministrative relative all’immigrazione e per garantire una regia dell’accoglienza a livello provinciale attraverso la stretta collaborazione con una rete di cooperative sociali e altri enti di terzo settore. L’interesse per il Trentino scaturisce anche da una seconda considerazione: si tratta, infatti, dell’unica provincia italiana in cui esisteva un sistema di accoglienza centralizzato e ben funzionante che è stato smantellato rapidamente e in maniera drastica. La rapidità con cui il sistema precedente è stato stravolto dal Decreto Sicurezza e Immigrazione è dovuta a due fattori principali: la centralizzazione che contraddistingue il sistema provinciale e la congiuntura politica che ha trasformato il tema dell’accoglienza in un campo di battaglia, segnato a fine 2018 dall’elezione della giunta monocolore (Lega) della PAT.
La ricerca si è tradotta in uno studio quanti-qualitativo basato sui dati messi a disposizione dal CINFORMI e dal servizio statistico della Provincia Autonoma di Trento (ISPAT), su due focus group e una serie di interviste ad operatori, sia del settore pubblico che del privato sociale. L’analisi quantitativa ha consentito di stimare l’impatto economico dell’accoglienza e ha permesso di approntare una serie di considerazioni sulle conseguenze economiche della mancata accoglienza. Oltre ad evidenziare una serie di punti di forza del sistema di accoglienza trentino pre-Decreto Sicurezza e immigrazione, le interviste e i focus group hanno messo in luce alcuni motivi di preoccupazione per gli effetti del Decreto sul sistema di accoglienza stesso. Ciò porta a interrogarsi sul senso di una riforma che, lungi dal tradursi in un risparmio significativo, è molto probabile generi consistenti costi economici e sociali
nel medio e lungo periodo.