Imprese di comunità: un posto al So.L.E

26 Aprile 2017

Nell’ambito della ricerca “Imprese e cooperative sociali e di comunità” è iniziata la fase di esplorazione empirica dei casi di studio. I nostri ricercatori stanno incontrando realtà ed esperienze che permetteranno al gruppo di lavoro di elaborare nuovi modelli istituzionali e nuove metodologie organizzative con lo scopo principale di capire e soprattutto valorizzare le potenzialità delle imprese cooperative e sociali nella gestione di servizi di interesse generale.

Una delle prime realtà che hanno incontrato in questo percorso è la cooperativa “So.L.E” situata a Molina di Ledro in Trentino. Nelle prossime settimane vi riproporremo anche altre storie e nel frattempo ricordiamo anche il libro bianco dedicato alla cooperazione di comunità che abbiamo pubblicato l’anno scorso.

Ecco la storia della cooperativa So.L.E.

di Flaviano Zandonai

So.L.E

Ulteriori tracce del percorso di ricerca sulle cooperative di comunitàsono emerse da un pomeriggio passato a Molina di Ledro in Trentino in compagnia della cooperativa So.L.E. Un’impresa che guardando alle attività caratteristiche appare impegnata in via quasi esclusiva nella costruzione di impianti fotovoltaici a favore dei propri soci. Ma se invece si rincorrono e catturano le esternalità legate a svariati altri progetti emerge un risultato d’impresa ben più articolato e complesso. Un impatto sul contesto sociale economico che vale la pena di riassumere non attraverso un “elenco della spesa” rappresentato dalle singole iniziative intraprese nel corso dei suoi primi dieci anni di vita, ma piuttosto individuando alcune macro funzioni che catalizzano tante attività “varie ed eventuali” trasformandole nel “core business” di un’organizzazione che individua nella comunità territoriale la sua missione e, al tempo stesso, il suo principale fattore di produzione.

Aggregatore di risorse del territorio

La prima funzione è quella di brokering, di aggregatore di risorse altrimenti sparse per il territorio. In senso stretto si è trattato, ad esempio, di proporre impianti fotovoltaici centralizzati e non solo sui singoli tetti dei soci. Questo per un tema di equo accesso alle risorse, consentendo a tutti di accedere alla produzione (anche a chi ha una casa con il tetto non ben esposto ai raggi solari) e anche per fare “massa critica” ed economie di scala rispetto alla produzione. Ma non solo: la cooperativa – grazie a una partnership con la locale cassa rurale che peraltro ha svolto il ruolo di “business angel” nella sua fase di avvio – ha consentito ai soci di accedere più facilmente alle risorse finanziarie per la costruzione degli impianti grazie alla sottoscrizione di una fidejussione unica che ha socializzato il rischio e consentito di incrementare la scala dell’investimento.
La seconda funzione è quella di laboratorio: per Sole si è trattato infatti di un “decennio glorioso” guardando al ruolo di pioniere svolto rispetto a soluzioni tecnologiche dove non è facile cogliere l’elemento di valore aggiunto, ma che procedono secondo modalità di “prototipazione rapida” per cui è importante disporre di un soggetto in grado di testare queste tecnologie in quando esse hanno tempi di obsolescenza o, all’opposto, di affermazione sul mercato molto rapidi. Si va dai pannelli solari fino agli accumulatori di energia passando per micro turbine installate a ridosso degli acquedotti e pensiline dove ricaricare auto e bici elettriche per intercettare la domanda di turismo sostenibile che risale il vicino lago di Garda popolato da “turisti consapevoli” provenienti dal nord Europa. Un’attività di testing che risulterebbe rischiosa e costosa, sia per gli utilizzatori finali, costretti ad aggiornare la loro dotazione tecnologica a ritmo costante, sia per centri di ricerca spesso invischiati in contorte attività di “trasferimento tecnologico”.
La terza funzione si potrebbe invece definire di incubazione. So.L.E è anche un luogo nel quale sono, a vario titolo, transitate competenze e talenti del territorio: dai giovani neo laureati e in stage ai professionisti del montaggio degli impianti. Un’attività molto intensa che, in alcune fasi, ha quasi configurato la cooperativa come uno di quegli incubatori di startup e spazi di coworking che costellano sempre più i contesti urbani. Un hub nei fatti che ha accompagnato la carriera di professionisti, micro imprese, dipendenti di altre aziende, in qualche caso in un contesto di collaborazione, in altri addirittura in concorrenza con le attività della cooperativa.

Infine, la quarta funzione è di natura educativa. So.L.E ha organizzato e partecipato a decine di incontri e serate dedicate all’illustrazione della sua proposta di business, ma più in generale a trasmettere e condividere gli elementi di cultura che sostanziano il suo progetto (sostenibilità ambientale, attenzione al territorio, ecc.). L’intento era di puntare non solo a moltiplicare i prospect (clienti potenziali), ma ad ingaggiare soci intenzionati a trasformare lo scambio di mercato in condivisione di senso rispetto agli obiettivi della cooperativa. Obiettivi non solo attuali ma anche prossimi e che non essendo preventivabili a fronte di un quadro socio economico e tecnologico davvero mutevole presuppongono un coinvolgimento su una più ampia piattaforma valoriale e culturale anche al fine di mobilitare le risorse necessarie per investire.

In attesa del rilancio ledro

A fronte di queste diverse funzioni So.L.E vive una fase che si potrebbe definire di riposizionamento in attesa del rilancio. Gli ultimi anni, infatti, sono stati difficili soprattutto per la fine degli incentivi statali sulla produzione energetica da fonti rinnovabili e per l’andamento del mercato che ha mandato in secca la principale fonte di produzione (energia) e quindi di redistribuzione del valore ai soci (ristorni). A questo si aggiunge un sistema di regolazione del comparto energetico che rimane estremamente complesso da gestire e incerto nelle sue linee guida future, oltre che un rapporto con la Pubblica Amministrazione che, in molti casi, non fa che aumentare il carico burocratico.

Eppure, forse anche per queste ragioni, la principale sfida per So.L.E si potrebbe riassumere utilizzando, probabilmente in modo eretico, l’indicatore di bilancio del “ritorno sugli investimenti” che la cooperativa ha comunque compiuto nel corso degli anni, anche se non sempre attraverso una strategia dai contenuti espliciti e dagli obiettivi stabiliti. Ma in ogni caso So.L.E oggi può disporre di un complesso di risorse rispetto alle quali può ulteriormente investire per poi “incassare” in termini di economia ma anche di valore sociale.

Può rafforzare la sua funzione di aggregatore puntando sulla realizzazione di nuovi impianti centralizzati che mettano a valore le tecnologie che ha avuto modo di sperimentare; ciò consentirebbe inoltre di rafforzare la sua dotazione di asset strutturali e patrimoniali, oltre che recuperare marginalità da redistribuire.
Può configurare un suo modello di “talent management” grazie a una gestione più consapevole del processo di selezione e accompagnamento delle persone che, a vario titolo, intercettano le sue attività regolando in modo più chiaro ed efficace le collaborazioni attivate in ottica win-win. Questo può consentire di creare un tessuto di connettori territoriali in grado di alimentare processi di coesione che altrimenti risultano complessi se giocati esclusivamente attraverso il rapporto di natura commerciale con il socio che installa l’impianto.
Infine So.L.E può assumere un ruolo più consistente nelle politiche di sviluppo del territorio perché la sua dorsale energetica contribuisce ad alimentare svariate economie non solo in senso stretto (connessione elettrica), ma valorizzando in senso sociale e ambientale filiere come turismo e agricoltura che, in generale, sono alla ricerca proprio di questi elementi caratteristici (agricoltura sociale, turismo esperienziale); in sintesi una fonte energetica locale con un prezioso indotto di economia coesiva.

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